Un articolo di Ana M. Álvarez
La poesia è l’arte di trasmettere emozioni, attraverso le parole. La poesia è bellezza allo stato puro, è ritmo, trasporto emotivo, passione e sentimento. Ma la poesia è anche e soprattutto libertà, perché non conosce i confini della ragione o della logica comune. Il suo spirito guida è il sentimento, che cullato dal ritmo e dalla musicalità delle parole persegue la sua missione di trasmettere, a chi vuole ascoltare, il proprio messaggio emotivo.
Ebbene, sempre tenendo a mente questa immagine ideale della poesia, mi piace tanto definire ed identificare l’Imprenditore Geniale (o il Professionista Geniale) con la figura del Poeta.
Tommaso Kemeny, in “Definizione di poesia e di arte poetica” (1986) scrive delle parole splendide che ben possono adattarsi ai Grandi Imprenditori, ma anche ai Grandi Artigiani e/o Professionisti e persino a quel genere di Operaio che merita la maiuscola. In realtà, importa poco quale sia il ruolo svolgono questi (chiamiamoli così) Artisti del proprio Lavoro, ciò che conta, per appartenere a questa categoria, è l’atteggiamento “artistico”, la passione e la fantasia con cui realizzano la loro missione. Queste persone, questi Artisti del proprio Lavoro, sono in tutto e per tutto come i Poeti: riescono a trasmetterci belle emozioni e la loro personale visione del lavoro e persino del mondo.
Li riconosci perché lavorano con gioia, facendo ciò che amano, amando ciò che fanno e dando un significato profondo ad ogni loro azione, per piccola o marginale che sia; perché nel lavoro, come nella poesia, la quantità non conta … a differenza della prosa che per spiegare un concetto necessita di centinaia di pagine, alla poesia bastano poche parole per suscitare emozioni straordinarie e trasmetterci emozioni profonde. Basti citare “Mi illumino d’immenso” di Giuseppe Ungaretti per rendere l’idea … un solo verso, sintesi sublime di una grandiosità geniale.
Torniamo però alla definizione di Tommaso Kemeny di cui vi parlavo, la trovate qui sotto. Vi invito a leggerla con spirito di gioco. Provate a cambiare la parola “poeta” per Imprenditore o “Artista del lavoro” per allargare il concetto, indipendentemente del ruolo; e di conseguenza, la parola “poesia“ rappresenterà il mestiere o il “risultato del proprio lavoro”… vedrete come il parallelismo fra poesia e lavoro è fantastico.
“Chiedere cosa sia la poesia è quasi come interrogarsi su cosa sia un poeta, essendo la risposta alla prima domanda implicita nella soluzione dell’altra. Si tratta infatti di una distinzione derivante dallo stesso genio poetico, che rinvigorisce e trasforma le immagini, i pensieri e le emozioni nella mente del poeta. Il poeta, assunto nella sua perfezione ideale, pone in attività l’intera anima dell’uomo subordinando reciprocamente le sue facoltà, secondo la loro importanza e dignità. Egli diffonde un tono e uno spirito di unità che amalgama e (per così dire) fonde l’una nell’altra, in virtù di quella forza sintetica e magica a cui abbiamo attribuito unicamente il nome di immaginazione. Questa forza, suscitata dalla volontà e dall’intelletto e da loro tenuta sotto controllo in modo fermo, anche se mite e poco evidente […] si rivela attraverso l’equilibrio o la riconciliazione di qualità opposte o discordanti; l’identità con la differenza, il generale con il concreto, l’idea con l’immagine, il particolare con il rappresentativo, la novità e la freschezza con ciò che è conosciuto e familiare, uno straordinario stato emotivo con uno straordinario stato distensivo, il giudizio sempre attento e il saldo autocontrollo con l’entusiasmo e il sentimento profondo e ardente; e mentre questa forza amalgama e armonizza naturale e artificiale, ancora subordina l’arte alla natura, il procedimento alla materia e la nostra ammirazione per il poeta alla nostra attrazione per l’arte poetica. […]Infine, il BUON SENSO è il CORPO del genio poetico, la FANTASIA il suo ABITO, il MOVIMENTO la sua VITA e l’IMMAGINAZIONE la sua ANIMA, che è in ogni elemento, e tutti li organizza in un’unità razionale è incantevole. “
Che ne pensate? Se ognuno di noi concepisse il proprio lavoro come una espressione d’arte, come una Poesia, il risultato sarebbe magico, vero?
Certo è che mi potrete chiedere: si, ma … com’è possibile realizzare questa alchimia? Come e quando un individuo diventa “poeta” del suo mestiere?
La risposta, quella che mi sono data io e che vorrei condividere con voi, non è poi così complicata: ognuno di noi ha un potere che tal volta dimentica di usare ed è quello dei propri pensieri e delle proprie idee. Sono i pensieri e le idee quelli che creano la nostra realtà e non viceversa. Ebbene, se decidiamo di usare a tempo pieno questo nostro potere diventeremo Responsabili al 100% della nostra vita e di conseguenza anche il lavoro lo affronteremo con spirito creativo e creatore.
Diventare Responsabili nel lavoro vuol dire seguire la via della auto realizzazione, scegliere di fare un mestiere in armonia con la nostra Visione, che soddisfa i nostri bisogni ed è in sintonia con i nostri valori.
Quando si segue la regola d’oro del “Fare quello che si ama, amare quello che si fa” ed inseguiamo un sogno, una Mission importante e motivante, il lavoro diventa una forma d’arte, un portatore sano di vibrazioni positive! Doniamo Valore al mondo. E non ci si sente più vittime del lavoro, ne ci sono forzature, ne sacrifici, ma esistono soltanto stimoli ed opportunità. Se riesci a vivere il lavoro così, molto probabilmente te ne accorgerai da solo del fatto che non stai nemmeno lavorando, ma facendo Poesia!
Ana M. Alvarez
[ NB. Questo articolo l’ho scritto qualche anno fa, ma ho sentito il desiderio di condividerlo nuovamente ora. Sarà l’aria poetica della primavera 😉 ]